Un artista d'incommensurabile talento, dotato artisticamente e allo stesso tempo tecnicamente abile.
Brent Black / www.criticaljazz.com
Essendomi allontanato per scelta dal contribuire alle pubblicazioni più importanti, la mia ricerca è stata quella di trovare la strada lirica meno percorsa, nuovi artisti con nuove voci e presentazioni uniche. Ho iniziato a cercare attraverso l'Europa e mentre setacciavo in quella proverbiale miniera d'oro musicale che è l'Italia, ho scoperto il percussionista, insegnante e compositore Marco Pacassoni e il suo quartetto . Qualcuno potrebbe chiedere, chi?! Pacassoni ha studiato al Berklee sotto luminari come il Maestro Jazz Gary Burton e con quel genio orchestrale che è Vince Mendoza. Il risultato fnale è un suono che confna con il cinematografco, ma senza mai perdere un' intima presentazione lirica. Ha un impatto più vibrante e molto più percussivo dei suoi contemporanei occidentali Pacassoni, quando cammina alto sul flo dell'armonia, senza rete. All'ultima sua produzione partecipa il pianista, unanimente acclamato dalla critica, Michel Camilo .
Analizzare i vari pezzi sembrerebbe essere un futile esercizio in quanto vi è una notevole coerenza che attraversa Happiness, mentre il fusso melodico è meticolosamente manipolato in una miriade di presentazioni. " Michel " ci presenta il grande Michel Camilo in un attacco percussivo di furia sonora controllata. Essi dipingono un paesaggio sonoro da una tavolozza di colori vividi rimanendo fedeli al procedere della presentazione armonica, che è la tempesta perfetta di intensità e sapore sfumato. "On The Riverside " parte da una base più “contemporaneo- ambientale” mentre le conversazioni liriche si sviluppano tra il cast di co- cospiratori musicali. " Lullaby For Birdie " è una squisita se non incontaminata ballad, di carattere cinematografco ma con un'accessibilità che trascende le norme di quella che è tradizionalmente considerata la musica improvvisata qui negli Stati Uniti. " Metropolis " si muove al confne della fusion postmoderna, ma tuttavia non impegna mai pienamente, ma permette alla sua presentazione più cerebrale, di sfdare l'ascoltatore su quale viaggio lirico possa mai desiderare di sperimentare.
Marco Pacassoni sarebbe enormemente accettato su qualsiasi palco o scuola americana. Il suo quasi pari uso della marimba trasforma quella che poteva essere passata solo come una pubblicazione incredibilmente buona, e sposta Happiness in quella particolare categoria di eccellenze che saranno discusse per gli anni a venire. Praticamente impeccabile.